Terapia adolescenziale
“«…sta con l’uragano e ride degli arcieri; fra le grida di scherno, esule in terra, con le sue ali da gigante non riesce a camminare…” C. Baudlaire.
METODO
Gli incontri con gli adolescenti avvengono direttamente, con frequenza settimanale, previo consenso informato da parte di entrambi i genitori e, quando non sono presenti disturbi specifici (vedi turbe adolescenziali), hanno spesso l’obiettivo di accompagnare i ragazzi durante questa fase della vita così delicata dal punto di vista emotivo.
Su cosa lavoriamo
Quanto è difficile per i giovani restare indifferenti al giudizio.
L’indifferenza è una conquista che avviene dopo una lotta di diversi anni e che, anche se vinta, non rende del tutto immuni alle sentenze altrui, neanche in età adulta.
In adolescenza le emozioni, i sentimenti, le ire, le sofferenze sono enfatizzate e difficilmente elaborate e comprese. A questa età si è poco consapevoli delle reali risorse che si hanno, ci si sovrastima o sottostima con grande facilità. Anche la più apparentemente innocua critica genera una battaglia, il più delle volte silenziosa, con la propria autostima, messa costantemente sotto indagine dal giovane stesso. Ci si sente spesso sotto giudizio, a volte costantemente, nella relazione con il gruppo dei pari, con gli insegnanti, con i genitori.
- L’adolescenza è il viaggio che il bambino intraprende per ritrovarsi adulto. In alcuni momenti del viaggio ci sono arrampicate verticali e faticose. Il dolore non sempre viene elaborato e questo può portare a manifestare una disregolazione emotiva.
È una fase di grande cambiamento a livello corporeo, cognitivo ed emotivo. Si sperimenta il primo approccio alla dimensione sentimentale e sessuale, a livello di fantasie (desideri) e/o comportamenti. Non si hanno ancora le strutture cognitive per compensare gli sbalzi emotivi.
Si approccia il mondo esterno con maggior autonomia dalla famiglia e questo crea spesso conflitti, interni in primis e con i genitori.
Fondamentale è il senso di appartenenza al gruppo dei pari.
- Di fatti, sono cruciali le esperienze di integrazione con i coetanei. La non accettazione, o peggio essere vittima di bullismo, genera vergogna e sensi di colpa, insicurezza, isolamento e spesso incapacità a chiedere aiuto al mondo adulto: genitori e/o insegnanti.
Accompagnarli nella crescita è dunque arduo, a volte sofferente, il ruolo dei genitori assume grande importanza nel fornire loro una base sicura, ma non invadente.
Questo porta inevitabilmente a un cambiamento del ruolo genitoriale.
Seppur di difficile gestione e talvolta di difficile comprensione, la ribellione adolescenziale è propedeutica allo sviluppo di un’identità solida, a volte occorre gestirla, altre volte stimolarla come nei casi di psicoastenia, in quanto fonte di esperienze, crescita e autonomia per quello che sarà il futuro adulto.
Avvicinandosi ai 18-22 anni questa fase inizierà lentamente ad eclissarsi, lasciando dietro di se’ esperienze che potranno, con il tempo, tinteggiarsi di diverse sfumature, alcune più cupe, altre più vibranti e saranno ricordate come momenti di grande leggerezza per il resto della vita.
Le forme sintomatologiche più comuni negli adolescenti e che possono indurre a preoccupazione fanno riferimento a:
- Comportamento oppositivo-provocatorio;
- Psicoastenia;
- Fobia scolare o generalizzata;
- Disturbo Ossessivo Compulsivo;
- Disturbo alimentare;
- Paranoie o manie di persecuzione;
- Dipendenza da internet
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