Problemi relazionali

Le relazioni interpersonali apportano grande ricchezza e benessere nella nostra vita, ma talvolta possono essere fonte di difficoltà, disagio e intensa sofferenza. La capacità di relazionarsi rimanda alla capacità di comunicare.

Tutto ciò accade nei rapporti con gli altri, le comprensioni e le incomprensioni, viene regolato dalla comunicazione.

A livello relazionale possiamo individuare alla base dei problemi due modalità di interazione che possono farci sentire in difficoltà con l’altro:

Eccesso di attenzione all’altro (ai suoi bisogni, desideri, necessità..)

• Eccesso di attenzione a sè stessi

Una relazione, che sia d’amicizia o sentimentale, è assertiva (sana) nel momento in cui vi è una coincidenza dei propri bisogni con quelli dell’altro, quando vi è una simmetria tale per cui ciò che viene dato e ciò che si riceve si equivale e gratifica entrambi.

Questo può comprendere anche situazioni di asimmetria, quando ci si pone in modo attento alle esigenze della persona con la quale siamo in relazione, a esempio quando in presenza di una malattia, un lutto e/o un problema pesante che assilla l’altro a tal punto che un supporto da parte nostra è utile, ma questo risulta possibile solo se nella relazione siamo in grado di ascoltare in primis i nostri bisogni e saperli modulare in base alle situazioni.

Le situazioni asimmetriche, quindi, possono essere contemplate solo all’interno di una relazione che è simmetrica.

La dipendenza in una relazione di per sé non è patologica. E’ assolutamente normale, in particolare durante la fase dell’innamoramento, che ci sia un certo grado di dipendenza affettiva e fusione con il partner. Il desiderio di dipendenza dovrebbe diminuire con lo stabilizzarsi del rapporto lasciando nella coppia una piacevole percezione di autonomia.

Quando l’amore si trasforma in una ossessione che domina la mente e fa soffrire, non parliamo più di amore ma di dipendenza affettiva. Una problematica legata alle emozioni, ai pensieri e ai comportamenti delle relazioni amorose, sempre più diffusa nel mondo contemporaneo.

La mancanza di esposizione ai contesti sociali può essere un comportamento che si sviluppa in adolescenza e se non trattato si consolida in età adulta. Di base vi sono due paure che portano a evitare i contatti relazionali: la paura del giudizio; la paura del rifiuto.

A differenza di una vera e propria Fobia sociale che si configura come un disturbo d’ansia, l’inibizione sociale si manifesta anche se la persona ha delle frequentazioni ed è inserito in un gruppo, ma tale esperienza non lo fa sentire appagato e sente che potrebbe potenzialmente agire e comunicare in modo più efficace.

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