Disturbi di personalità
I disturbi di personalità sono, in linea generale, il modo rigido e persistente con il quale una persona si relaziona con sé stessa, con gli altri e con il mondo (inteso come tutti gli esseri umani). Sono molto pervasivi e proprio per questa caratteristica sono spesso difficili da riconoscere da parte di chi ne soffre.
Il disturbo di personalità nasce proprio da un irrigidimento di modalità, atteggiamenti, comportamenti che vengono adottate in modo inflessibile nelle diverse situazioni e con i diversi interlocutori. Con il tempo questi schemi si consolidano ed entrano nella struttura della propria identità, del proprio modo di riconoscersi. L’esordio del disturbo è solitamente in tarda adolescenza (16<) e la persona che ne è affetta, almeno i primi anni, si percepisce funzionale e tende a dare responsabilità agli altri per le relazioni insoddisfacenti che costruisce.
- La sofferenza si genera quindi dalla risposta che si riceve dal proprio contesto, amici, familiari, partner, colleghi, in quanto ci si rende conto che qualcosa non funziona: si esperiscono difficoltà nelle relazioni interpersonali, reazioni emotive sproporzionate, modalità di pensiero poco aderenti alla realtà con idee bizzarre e difficoltà nella regolazione degli impulsi.
- Al di sotto di un disturbo psicologico è molto probabile sia presente un disturbo di personalità e a seconda della compromissione funzionale può divenire il focus di intervento nella fase successiva, una volta risolto il disturbo primario. È proprio con l’insorgenza di importanti sintomi di malessere e ansia che può venire il dubbio al paziente che ci sia qualcosa che non sta funzionano.
- Un esempio può essere il “camaleontico” comportamento della persona con disturbo di personalità dipendente: proprio come il camaleonte muta costantemente al mutare delle circostanze, tale persona pensa, parla e si comporta in modo diverso quando cambia il contesto con l’obiettivo di assecondare gli altri e di evitare il possibile rifiuto o critica. Nel breve termine sembra funzionare, in quanto si riesce a mantenere le relazioni, ma alla lunga cresce il disagio legato al portare avanti relazioni significative e autentiche. Sono modalità rigide, ovvero: la persona con tale disturbo di personalità non riesce a fare a meno di comportarsi in modo incoerente e la vede come unica opzione.
SANO VS INSANO
Partiamo dal presupposto che ogni comportamento, atteggiamento e pensiero fa parte di un sano equilibrio psico-fisico, permette di stare bene e di vivere in maniera funzionale le svariate situazioni che si pongono davanti. Potrebbe quindi stupire vedere inserite alcuni di questi comportamenti nei criteri diagnostici dei disturbi di personalità. Ad esempio, possiamo parlare di un sano lato narcisistico: quando la persona si focalizza e pone molta attenzione alle proprie risorse e capacità personali, perché desidera l’attenzione di un potenziale partner o è interessata a dare un’immagine positiva al prossimo colloquio di lavoro. Diverso è se tale modalità la si mantiene parlando con persone che stanno soffrendo, o che chiedono aiuto.
Le problematiche nascono quando ci si accorge che queste naturali modalità di interazione si irrigidiscono, fino a diventarne l’unica strada percorribile anche quando si preferirebbe farne a meno.
Quali sono i disturbi di personalità
I disturbi di personalità vengono raggruppati in base alle loro peculiari caratteristiche:
Presenta pensieri pervasivi di diffidenza e sospetto verso gli altri in assenza di vere minacce, influenza l’interpretazione degli eventi, per esempio porta a percepire i comportamenti degli altri come se volessero essergli ostili, umiliarlo ed essere malevoli.
Presenta comportamenti eccentrici e bizzarri, esperisce difficoltà nelle relazioni e una marcata ansia sociale. Tende a preferire una vita volta alla solitudine e distaccata dagli altri.
Manifesta un estremo disinteresse verso gli altri.
Ha sintomi che sono associabili al disturbo schizoide, ma un livello di gravità maggiore. Possono esserci inoltre sintomi psicotici (es. deliri distaccati dalla realtà)
La persona manifesta una forte emotività e bisogno eccessivo di attenzioni. Può mostrare disagio se non è al centro della scena.
Nell’antica Roma, la parola “istrione” veniva usata per indicare coloro che prendevano parte ad un’azione scenica. Gli istrioni erano gli attori, i commedianti.
Si caratterizza per atteggiamenti arroganti, pensieri grandiosi sul proprio sé, richiesta di ammirazione
Scriveva Freud: “tutti noi abbiamo una certa quota di narcisismo”. Esiste un narcisismo non patologico che ci consente di avere un buon livello di autostima. Il problema nasce quando le modalità si irrigidiscono e iniziano a generare un “deserto” emotivo nelle relazioni.
Marcata instabilità emotiva che influenza l’incostanza nella percezione di sé e delle relazioni. Vi può essere difficoltà nel controllo della rabbia e sintomi dissociativi
Irritabilità e impulsività si uniscono alla tendenza ad assumere comportamenti disonesti e mancanza di rimorso.
L’individuo è impedito nell’adattarsi agli standard etici e comportamentali della propria comunità socio-culturale di appartenenza.
Di base c’è una marcata difficoltà ad empatizzare con l’altro.
Senso di inadeguatezza, timore di un giudizio negativo, ipersensibilità al rifiuto. Preferiscono stringere legami con persone verso cui sono sicure non ci sia il rischio di venire rifiutati.
Eccessivo bisogno di accudimento e timore della separazione.
Nei casi più severi le persone ricercano legami in cui instaurare una dipendenza affettiva, in cui vengono soddisfatti i bisogni di accudimento, supporto e vicinanza affettiva.
L’ansia per il rischio di restare soli può portare anche a comportamenti di sottomissione.
L’eccesso di preoccupazione per l’ordine e il perfezionismo assume una connotazione patologica.
In ogni fase della vita è possibile assumere dei comportamenti o dei vissuti che possono essere ricondotti alle categorie appena descritte. La condotta di personalità assume una connotazione patologica quando si irrigidisce e il soggetto non riesce a rendere flessibile tali modalità di relazione con sé stesso e con gli altri.
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