La Terapia e la Terapia Breve Strategica

Andrea Crespi Psicologo a Milano e Vimercate

Il Mio Metodo

Nel mio lavoro utilizzo il modello di Terapia Breve Strategica-Sistemica, i cui protocolli di trattamento sono costituiti da tecniche psicologiche avanzate che permettono di superare i principali cluster sintomatologici anche in tempi brevi.

Questa metodologia agisce molto efficacemente nelle forme più severe dei disturbi di panico, dei disturbi alimentari, paranoie, ossessioni e disturbi ossessivi compulsivi. Negli ultimi anni sono stati sviluppati anche nuovi protocolli di trattamento anche per le forme più attuali di disagio, come le nuove dipendenze da tecnologia e internet. 

Con i pazienti adulti che riportano in prima consultazione un chiaro quadro sintomatico la terapia che propongo è così strutturata: dopo le prime sedute necessarie per una conoscenza e la prima valutazione, tendenzialmente si considera la frequenza di una seduta ogni due settimane. Per osservare un primo importante cambiamento che noi definiamo sblocco ci diamo dieci sedute di tempo. Successivamente, lavoreremo sul Consolidare le conquiste raggiunte, riducendo progressivamente la frequenza degli incontri.

Con gli adolescenti, se la richiesta viene effettuata dai genitori, il primo colloquio è svolto in loro esclusiva presenza. In questo caso è possibile valutare di procedere con la terapia indiretta e quindi proseguire con l’intervento di supporto alla genitorialità: incontri fissati ogni 2 settimane durante le quali vengono fornite delle prescrizioni utili ad ottenere un miglioramento sul ragazzo.

In alternativa si inizia un percorso con il ragazzo o la ragazza, in cui è previsto il coinvolgimento dei genitori in specifici momenti. Nella terapia adolescenziale diretta bisogna valutare la motivazione, le risorse e gli obiettivi condivisi e ci diamo dieci sedute iniziali per fare un primo importante momento di valutazione del cambiamento avvenuto. Gli incontri avvengono settimanalmente, valutando nella fase successiva la frequenza ogni due settimane. 

Terapia a Orientamento Breve Strategico - Andrea Crespi Psicologo a Vimercate

Quante sedute sono previste per l’intervento clinico?

Il metodo clinico adottato è ponderato rispetto alla problematica riportata in seduta e non intende irrigidirsi rispetto ad un unico modello di riferimento. Per i disturbi più severi e invalidanti della sfera nevrotica lo strumento utilizzato è la Terapia Breve Strategica e un primo importante cambiamento deve avvenire già nelle prime dieci sedute, adottando i protocolli clinici avanzati e derivanti da oltre 40 anni di ricerca del Centro di Terapia Strategica di Arezzo e del Mental Research Institute di Palo Alto.

La fase successiva si concentra sul consolidamento del nuovo equilibrio, gestendo eventuali ricadute e momenti di difficoltà o, all’opposto, di euforia. In genere stiamo parlando di un lavoro di 6 mesi, con intervalli di seduta sempre più ampi.

Le prime dieci sedute sono quindi utili a osservare un primo cambiamento che viene definito sblocco, per passare successivamente alla fase di Consolidamento con intervalli sempre più ampi.

L’obiettivo del clinico è che il paziente raggiunga un’autonomia funzionale, affinché non abbia più bisogno della consultazione.

Ci sono problematiche che non possono essere definite attraverso protocolli e per cui richiedono un approccio più flessibile. Le varie forme di depressione e lutto, sono mosse da equilibri psichici che possono necessitare di un’elaborazione più frequente. E’ responsabilità del dott. Andrea Crespi fornire indicazioni rispetto a modalità di intervento nelle prime sedute. 

 

Quanto dura l’intervento clinico?

Ciò che guida il termine dell’intervento è il superamento del problema che ti ha portato a chiedere il consulto e il raggiungimento del nuovo equilibrio psicologico.

Tale condizione dipende dal problema portato, dalle personali risorse, dal contesto di vita e dal supporto sociale.

In media, il nuovo equilibrio con l’utilizzo della Terapia Breve Strategica si raggiunge in 6-12 mesi.  

Cosa si può o non si può dire allo psicologo?

Tutto quello che si desidera e che una persona sente di voler condividere. Ne segue un’altra domanda: allo psicologo bisogna dire tutto?

La risposta è no! Possono esserci domande più scomode, che devono essere gestite dal professionista, alle quali il può non avere una risposta o semplicemente può non rispondere, ma è bene considerare che: 

Lo psicologo ha sempre come primo intento quello di aiutare i pazienti, tutelandoli sempre e comunque!

Il paziente è seduto su una sedia, su una poltrona o su un lettino?

Psicologo e paziente sono disposti vis-à-vis, seduti su poltroncine e con la presenza di una scrivania

Quanto costa la seduta?

L’onorario è nel rispetto delle indicazioni fornite nel tariffario professionale dell’Ordine Nazionale degli Psicologi:

  • 70€ per la visita psicologica e psicoterapia
  • 95€ per il colloquio di coaching e orientamento professionale

E’ possibile svolgere consultazioni di 1-3 sedute, ma di base si ottengono avanzamenti significativi considerando un ciclo di 10 incontri. Per dubbi e domande contattate pure lo specialista a riguardo che saprà restituire il suo punto di vista rispetto al problema/obiettivo che intendete portare in consultazione. 

Per i servizi di consulenza quali formazione comportamentale e advisoring manageriale le tariffe sono su progetto.

È prevista per gli studenti universitari una facilitazione del 15%, tramite presentazione ISEE.

Per i privati tutti i costi sono detraibili come spese sanitarie.

Che cos’è la consultazione psicologica?

La consultazione psicologica è un colloquio di circa 45 minuti nel quale lo psicologo, in un clima di ascolto non giudicante, raccoglie la domanda che ha portato il paziente a richiedere la consultazione e formula un piano di cura volto a lavorare sulle problematiche riportate.

Lo psicologo può aiutare la persona a fare ordine e chiarezza sul proprio problema ponendo alcune domande mirate sulla vita personale (lavoro, famiglia, vita sentimentale, stato di salute ) a cui il paziente risponde liberamente.

Come si svolge la consultazione psicologica?

Il colloquio a due è lo strumento principale del colloquio psicologico. La durata può variare dai 30 minuti ad un’ora.

All’inizio di una terapia ci sono alcune domande fondamentali che il clinico pone al cliente andando in là con il percorso, in genere resta una cornice strutturale impostata dal terapeuta, ma si lascia anche al paziente la possibilità di portare le proprie problematiche e le proprie eventuali urgenze.

Come comportarsi con lo psicologo?

Non serve avere un copione da seguire, la terapia è un divenire, e anche la fiducia è un costrutto da rinnovare di seduta in seduta. Quello che accade in terapia e fuori dallo studio dello specialista, può diventare un utile materiale terapeutico.

Utilizzo test diagnostici?

È possibile per il paziente richiedere un esame psicodiagnostico approfondito, oppure è lo specialista che propone l’uso di test e questionari tarati sul problema riportato.

In genere, per il metodo terapeutico dello studio, può essere pratico l’utilizzo di test, ma non è strettamente necessario, per cui il loro utilizzo è molto ponderato.

C’è differenza tra intervento clinico e coaching?

Si. Nel primo caso si interviene sul disagio dovuto ad una sintomatologia per ristabilire un sano equilibrio psichico.

Nel secondo caso viene definito un obiettivo realistico di vita o di carriera e l’intervento è focalizzato al suo raggiungimento.

La modalità di erogazione è pressoché identica, la struttura del programma e il genere di domande che utilizzo cambiano.

La consultazione psicologica può aiutarmi?

La consultazione psicologica è opportuna in quelle situazioni in cui proviamo forte sofferenza emotiva, magari da lungo tempo e in conseguenza della quale fatichiamo poi nella quotidianità.

Può essere d’aiuto ad affrontare eventi traumatici o stressanti, ma anche momenti importanti della vita che portano a dei cambiamenti.

Una visita psicologica è inoltre indicata per i pazienti che hanno difficoltà ad interagire con gli altri, che provano tristezza o apatia o faticano a superare un evento passato.

Cosa succede dopo il nostro colloquio?

Dipende, ci possono essere sedute da cui si esce molto alleggeriti e motivati, dove l’aver condiviso un problema e averlo analizzato dà sollievo; altre decisamente più faticose perché a volte alcuni obiettivi sono complessi, e alcuni meccanismi più rigidi da modificare; ma in genere si deve avere l’idea che si sta lavorando per raggiungere un maggior benessere ed equilibrio.

Cosa chiede lo psicologo nella prima consultazione?

Innanzitutto, lo psicologo deve iniziare a conoscere la persona e capire il problema che porta, cercando di metterla a proprio agio. Poi in genere potrà formulare alcune domande che lo aiuteranno a inquadrare meglio il problema e la situazione di vita che sta vivendo.

Cosa aspettarsi da una prima consultazione psicologica?

In genere, dopo una o due sedute abbiamo inquadrato il funzionamento del problema e possiamo definire alcuni obiettivi terapeutici.

Il porre le basi di una buona relazione terapeutica, è l’inizio di un iter che non si esaurisce con un solo colloquio, ma è un aspetto fondamentale per il funzionamento dell’intervento e per il rispetto delle prescrizioni.

Come prepararsi al primo colloquio con lo psicologo?

Non serve prepararsi, il paziente spiegherà le motivazioni che l’hanno portato a richiedere tale intervento e il clinico formulerà alcune domande che faciliteranno l’inquadramento del problema.

Si suggerisce di portare nella prima visita l’eventuale documentazione di precedenti percorsi psicologici, se presenti.

Come affrontare il colloquio psicologico?

Con la massima tranquillità possibile, lo psicologo è un professionista che non giudica, è sempre dalla parte del paziente ed è obbligato al segreto professionale, quindi l’aiuto e la tutela dello stesso sono sempre la priorità.

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